SDS#142 – DETTI SE STESSI

E che je voi di’ a un tracollo de ste dimensioni? Che non era prevedibile? Che l’elettori, rispetto ai liberali che se cullavano nell’illusione de poté fa le mosche cocchiere della merda hanno scelto direttamente la merda? Che in Germania se stanno a preparà pure loro pe’ una rievocazione storica live? Che a forza de ridimensionà fascisti e nazisti a destra e a manca poi la gente ha cominciato a pensà che votà fascisti e nazisti fosse un peccato ridimensionato?
Eh, ridi ridi…

Vabbè però dai, in Italia non è annata proprio male male malissimo, solo maluccio: FdI cresce e de parlamentari de destra n’avemo eletti appena poco più della metà. In effetti poteva annà peggio: potevamo elegge pure qualcuno de Azione e SudE o la Ceccardi! 
AVS invece è annata oltre ogni più rosea aspettativa: Bonelli e Fratoianni hanno detto che se riuniranno a breve pe fa un’analisi della situazione e capì che cosa è annato storto: Scusatece, cercheremo de corregge il tiro per il futuro ed evità che se ripeta. 
Renzi e Calenda so’ così pompati dai giornali che se ciavessero un minimo de intelligenza politica saremmo fottuti pe du generazioni, ce dice culo che la vita reale se svolge ancora fuori da twitter. Pe fortuna Elly c’ha messo na pezza portando in Europa metà dei renziani der PD.

A proposito de nomignoli ormai dilaga la moda dei politici detti se stessi. Pure pe l’amministrative era tutto un profluvio de MARIO ROSSI detto MARIO. La mejo era na roba tipo ANNA KARAMICHSZCVAJA detta ANNA. Ma no cazzo era er cognome la parte difficile, Anna se capiva! Se continuamo così alla prossima tornata voteremo coi disegnetti e l’emoticon: GIUSEPPE BIANCHI detto faccina che ride, GENERALE V. detto faccetta al contrario (versione nera), CARLO VERDI detto sole sorridente coi raggi, BENITO IGNAZIO detto svastica (però disegnata bene!), SIGFRIDO PIRLON detto faccia di coniglietto sorridente: aho a me questo sulla scheda me sembra il disegno de un cazz— ma no! non lo vedi che è proprio un coniglietto, guarda che due guanciotte! So’ i due coglion— Sì ma uno dei due è femmina il voto de genere è rispettato! 
Devo di’ che tutto sommato gli elettori (da quello che ho visto negli spogli) sembrano resiste a ‘sto tentativo de trattalli come analfabeti funzionali e per lo più se ne fregano dei soprannomi che i candidati usano su Instagram. 
So’ sparite quasi der tutto pure le schede nulle goliardiche, anche perché de solito la cosa che fa più ride ormai so’ proprio i candidati. Questo armeno per quei pochi che ancora so’ andati a votà, l’antri li racchiuderei in un pensiero der genere:

“Quel del di, che a, tra catene interrotte monti, a e golfi, seconda sporgere del di, vien, a tratto, ristringersi, a corso figura fiume, un a, un’ costiera altra; e ponte, ivi le rive, che ancor all’ questa, e il in il cessa, l’ rincomincia, ripigliar nome lago le, allontanandosi nuovo, l’ distendersi rallentarsi nuovi e nuovi. La, formata deposito tre torrenti, appoggiata due contigui, uno di Martino, l’, con lombarda, il, dai suoi in, che vero fanno a sega.”

Perché poi da un testo se levi una parola su due è un bordello. Quarcosa se capisce ancora ma mica tanto. Coi cittadini non me pare tanto diverso. Però quelle persone che non votano più non è che so’ scomparse. Stanno ancora là, mica hanno fatto harakiri pe protesta. Vivono, se organizzano l’esistenza, ma senza la politica, o quantomeno senza er passaggio elettorale. C’avranno ragione loro? C’avranno ragione l’artri che so’ annati a votà coi risultati che avemo visto fino a mo? Agli emoticon l’ardua sentenza.

P.S.
Nel frattempo, nella stridente provincia romana, er candidato sindaco de Fratelli d’Italia ha vinto ar primo turno, senza manco bisogno der ballottaggio, e così ho realizzato er filotto d’esse governato e amministrato dalla destra a quarsiasi livello istituzionale. Però dai, armeno ar seggio mio la Democrazia Cristiana ha preso zero voti!

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