SDS#161 – ER GIOCO DELL’OCA

È ora di basta con questi intellettuali sinistri radical chic spocchiosi e saccenti! Noi non stamo qua pe rifà le stesse cose della sinistra: noi Gramsci l’avemo letto e cappottato. Basta coll’intellettuale organico, è per questo che c’hanno sempre la puzza sotto ar naso, perché l’organico puzza. Noi siamo l’intellettuale inorganico, riciclabile all’infinito (sapessi quante volte già se semo riciclati). Quello che un tempo era rifiuto della società grazie a noi rientra nel ciclo produttivo della Nazione come materiale da costruzione inerte.

SDS#159 – CAMPI DI MANIFESTAMENTO

È ora di basta con questi intellettuali sinistri radical chic spocchiosi e saccenti! Noi non stamo qua pe rifà le stesse cose della sinistra: noi Gramsci l’avemo letto e cappottato. Basta coll’intellettuale organico, è per questo che c’hanno sempre la puzza sotto ar naso, perché l’organico puzza. Noi siamo l’intellettuale inorganico, riciclabile all’infinito (sapessi quante volte già se semo riciclati). Quello che un tempo era rifiuto della società grazie a noi rientra nel ciclo produttivo della Nazione come materiale da costruzione inerte.

SDS#157 – DISASTRI ASSICURATI

È ora di basta con questi intellettuali sinistri radical chic spocchiosi e saccenti! Noi non stamo qua pe rifà le stesse cose della sinistra: noi Gramsci l’avemo letto e cappottato. Basta coll’intellettuale organico, è per questo che c’hanno sempre la puzza sotto ar naso, perché l’organico puzza. Noi siamo l’intellettuale inorganico, riciclabile all’infinito (sapessi quante volte già se semo riciclati). Quello che un tempo era rifiuto della società grazie a noi rientra nel ciclo produttivo della Nazione come materiale da costruzione inerte.

SDS#155 – KULTURMINISTER

È ora di basta con questi intellettuali sinistri radical chic spocchiosi e saccenti! Noi non stamo qua pe rifà le stesse cose della sinistra: noi Gramsci l’avemo letto e cappottato. Basta coll’intellettuale organico, è per questo che c’hanno sempre la puzza sotto ar naso, perché l’organico puzza. Noi siamo l’intellettuale inorganico, riciclabile all’infinito (sapessi quante volte già se semo riciclati). Quello che un tempo era rifiuto della società grazie a noi rientra nel ciclo produttivo della Nazione come materiale da costruzione inerte.

SDS#141 – AFFARI TUOI

La notizia della settimana è che nella lotteria delle deportazioni pare che Biden mo ce manna 500 migranti sudamericani (un po’ a noi e un po’ in Grecia, giusto pe’ favve capì come ce considerano oltreoceano). Er governo ha smentito, dice che so’ solo na ventina che rientrano in uno scambio in cui noi je mannamo i migranti libici, insomma molto probabilmente na roba elettorale de cui poi alla fine non se farà gnente. Ma non è questo il punto. Er punto è che qualcuno ha pensato che sta cosa dello scambio possa essere un argomento intelligente. Io me l’immagino: Allora, è vero, ci mannano sti venti peruviani però noi in cambio je damo cento libici e du dozzine de tunisini. Poi sti peruviani cinque li damo a Rama (deppiù no perché quello vole i sordi) e l’antri li mannamo in Inghilterra che loro tanto li deportano in Rwanda ma in cambio vojono che se piamo cinquanta pakistani. Che sembra un’inculate ma fidateve che i pakistani c’hanno più mercato. Mo all’inizio li volevamo piazzà a Modi ma pare che quelli se odiano così tocca a fa una triangolazione per cui ne mannamo la metà in Turchia pe’ uno scambio alla pari coi siriani, che quelli in India ce li potemo mannà e ar dunque tocca a vede come saranno le quotazioni coi bengalesi.L’altra metà li potemo scambià solo co’ la Spagna che ha detto che in cambio ce manna 30 senegalesi, de cui però armeno cinque forti a pallone. E lo so so neg-, cioè volevo di’, so’ africani ma veramente questo passa er convento sto periodo, non c’è nient’altro a disposizione. L’ucraini che potevamo pià l’avemo presi, altri migranti bianchi manco a pagalli, amo fatto na proposta alla Polonia per no scambio 5 a 1 coi nigeriani ma niente, qua fino a quanno Putin non invade un antro stato europeo de profughi bianchi non se parla. Però avemo fatto l’accordo co’ la Libia, loro i senegalesi se li piano e pure i bengalesi, in cambio ce danno cento libici e du dozzine de tunisini che uno dice vabbè ma tutta sta fatica e stamo ar punto de prima? E no! Questi so’ altri libici! E se ce offrono er cambio pacco co’ la Grecia, che famo? Metti che dentro ce stanno i ducentomila afgani? È un rischio! Però magari ce dice culo e ce piamo er pacco co quattro iraniani. No, non ce stanno i pacchi coi migranti bianchi! Ora io me chiedo solo se tornerà un momento, mentre che aspettano che se riapre er fantamigrante e capimo dove pià li schiavi e dove piazzà l’esuberi, me chiedo se tornerà er momento in cui ce ricorderemo che stamo a parlà de esseri umani come me e come te. Che sia gente che mòre sotto le bombe, o dentro un lager, o in mare, o in mezzo ar deserto, o semplicemente un povero, finimo sempre a fa la lista delle persone un po’ meno persone, dei popoli un po’ meno popoli. Basta che quer popolo non sei tu, che te frega, mica so’ affari tuoi. E poi, una volta che hai cominciato a fa la lista, da quer momento la strada è tutta in discesa. Diventa tutto facile, finiti l’ostacoli, finiti i percorsi in saliti. È tutta na lunga discesa verso il baratro.  

SDS#120 – INIZIO COR BOTTO

Nella piccola sala della proloco de una ridente (fino a quer momento) cittadina de provincia biellese, quarcuno ha sparato a quarcun altro durante er veglione de Capodanno. Nella prima versione, mentre Delmastro annava in macchina a appizzasse l’avanzi della cena equamente divisi tra tutti non sia mai domani scoppia la carestia, Pozzolo dice cha la pistola è la sua ma non ha sparato lui, ma non pare manco che ha sparato un altro. Nella seconda versione, mentre Delmastro annava a buttà la monnezza come ogni sottosegretario che se rispetti dopo er cenone de Capodanno, la pistoletta cadeva spontaneamente dalla giacca der deputato Pozzolo, e sempre spontaneamente sparava. Nella terza versione lo sparato, disteso sur tavolo tipo passione de Cristo, esprimeva coll’ultime forze un pensiero de preoccupazione per il poro Delmastro, che proprio in quer momento rientrava dopo avé finito de pulì i cessi della proloco, ma co’ regolare contratto a chiamata. Nella quarta versione Pozzolo, braccato da agenti segreti iraniani che lo vojono morto, riesce a rifugiasse nei locali della proloco e durante li scontri parte un colpo, proprio mentre Delmastro torna in bici da na consegna de sushi fatta come rider.Nella quinta versione lo sparato se sarebbe sparato da solo, dopo avé fatto cadè telepaticamente er pistolotto dalla giacca de Pozzolo mentre Delmastro rientra dopo er turno serale de dog-sitter co’ tutti i cani dei partecipanti, armeno quelli non armati volontariamente (pare). Nella sesta versione uno se chiede se è normale che la proloco de un comune er cui sindaco è la sorella der sottosegretario fa’ una festa de capodanno dove ce stanno solo deputati, politici, agenti della scorta e familiari, ma de questo non je frega niente a nessuno.  Nella settima versione ha sparato Pozzolo ma er ragazzo teneva in mano un estintore.Nell’ottava invece entra in scena un personaggio misterioso che ha sparato ar posto de Pozzolo ma nun l’ha riconosciuto nessuno, manco Pozzolo che forse era leggermente brillo. Nella nona versione uno spettro s’aggira pe’ l’Europa e nello specifico pei locali della Proloco de Rosazza, ruba la pistoluccia a Pozzolo, moderatamente brillo, e spara all’impazzata terorizzando tutti tranne Delmastro che sta che sta nell’altra stanza a sodomizzà bambole gonfiabili a forma de anarchico. Nella decima versione va via la corente ar momento dello sparo e quanno torna la luce c’è sto ragazzo ferito, Pozzolo pesantemente brillo e tutti pensano a na versione live de invito a cena con delitto, tranne Delmastro che era uscito a sistemà er guasto ar quadro elettrico. Nell’undicesima versione non va via la corente ma tutti vengono corti da un’attacco de cecità momentaneo tipo libro de Saramago, tranne Delmastro che esce lo stesso a controllà er quadro elettrico perché oh, stamo all’undicesima versione pure le cazzate a na certa finiscono. Nella dodicesima versione Pozzolo è mbriaco come na zucchina e tira fori er pistolino davanti a tutti che je dicono daje su, arinfilalo nei pantaloni ma quello urla che non hanno letto Checov e ormai è troppo tardi. Nella tredicesima er ragazzo portava na minigonna troppo corta e soprattutto non antiproiettile. Pe’ mo se fermamo qua e, in attesa delle prossime, registramo solo la quattordicesima versione: quella in cui in una sala de venti metriquadri ce stanno trenta testimoni e dopo ‘na settimana ancora non avemo capito che cazzo è successo.

SDS#119 – BOTTE DE CAPODANNO

Cari concittadine, cari concittadini, ve devo dà una brutta notizia: stamo nella merda! Ma non è questa la notizia: la notizia è che ormai ve piace! Ormai pare proprio che ce provate gusto. Ormai sete diventati specialisti: la infiocchetate, la condite, la viralizzate, sete capaci de plasmalla in qualsiasi forma: ciambella, pandoro, il Foglio; giornali, giornalisti, politici, sui politici ormai semo così specializzati che ce copiano in giro per il mondo. Ma non perdete le speranze, er segreto è la costanza, la prima cosa è abituasse. Pe’ quelli che ancora sentono quarche vaga differenza co’ la nutella, c’è tutta una serie di strategie de distrazione, così intanto che ve concentrate su altro. Er 2023 in questo è stato maestro: La prima strategia è l’unicornismo: te inventi nemici immaginari, li combatti e poi urli vittorioso per la loro sparizione.  Quest’anno nell’ordine avemo sconfitto: la carne sintetica, la farina de grilli, la minaccia anarchica! La wagner che ce mannava i migranti! I pirati! Avemo sconfitto i pirati co’ un tweet eroico de Crosetto! Le centraline della temperatura tarocche (grazie yaris); l’utero in affitto, i forestierismi der dispensatore de italianismi e gli scafisti in tutto il globo terracqueo (pe mo è ancora globo, ner 2024 chissà).   La seconda strategia è l’opposto: abbraccià la stronzata ma portalla a un livello tale da lasciatte a bocca aperta, e mentre stai a bocca aperta… ma stamo a parlà de virtuosismi che Piero Manzoni scansate, qua viene fòri la differenza tra un’Hoara qualunque e Danielona Santanchè. E pure in questo er 2023 ci ha regalato vette altissime: la Venere sfigurata a influencer cor cellulare e la pizza, la maserati in divieto de sosta e le murte accollate ai carabinieri. Roba che manco te viene voja de chiede le dimissioni pe paura de perdete certe perle. Qua ognuno ce mette der suo: er Ministro della Cultura che premia i libri che non legge, Ignazio Benito e la banda de pensionati, Lollo che ferma i treni che non arivano in orario, Donzelli che manna bevuto Delmastro sui documenti secretati, Pillon e la famija tradizionale der presepe.iambruno che dà la corpa a cappuccetto rosso per il lupo, a pinocchio pe’ er pescecane e alla bella addormentata pe le corna. Poi quella s’è svejata e Giambruno me sa che è finito a scaricà le pesche all’Esselunga insieme a Facci, ma qua già stamo a virà verso la terza strategia. La terza strategia è la vannaccitudine, cioè quella tendenza a sparà na vaccata totalmente filogovernativa, ma più estrema, e poi annà a piagne in tutti i giornali che non te fanno parlà pe’ corpa della canzelcultur e der complotto woke, ste femminucce che piagnono pe tutto! E poi succede na cosa strana: che er 7 ottobre scoppia un’antra guerra. E a quer punto er woke, secondo l’opinionisti nostrani, passa in un amen da ventre molle der gender a braccio violento della schwa. Mo all’improvviso so’ diventati amici dei terroristi, mo serve la canzelcurtur! Qua avemo proprio fatto er sarto de qualità della merda: non è che ce piace e basta, c’è er puro godimento, ormai proprio è estasi scatologica, perché ce vò davero coraggio a postà la foto de na ragazzina morta e strillà che è un bambolotto. E vabbè, la guera la sapete e sapete pure che tutto è tranne che na guerra: è semplicemente un massacro e me pare che ormai chi non l’ha visto è solo chi non lo voleva vedé, in una mezcla de razzismo, retorica da cavaliere nero, codice de Hammurabi e rutti da quindicenne.Epperò dicono che so’ de parte e non va bene: bisogna esse imparziali, ma che vor di’ esse imparziale se da na parte ce sta un esercito che spara a tutto quelle che se move e dall’altro ce stanno i ragazzini che morono pure se non se movono? Qual è la ricetta pe’ la moderazione? Stanno a morì 250 persone ar giorno, scusate, che ve potreste moderà un pochetto e ammazzanne solo 230? 235? Famo 240? Dai moderiamoci, lasciamo vivi armeno i bambini dentro le incubatrici? E pure voi giornalisti, eccheccazzo, possibile che ogni vorta che casca na bomba ve ce annate a ficcà sotto? Armeno levateve la pettorina, che è tutto st’esibizionismo? Allora ditelo che lo fate apposta a favve ammazzà pe mette in cattiva luce er nemico. Questo è giornalismo de parte!Eppure me parevo moderato: non sto a chiede nessuna controffensiva palestinese, non sto chiede l’invio delle armi, non spero che sfondino le recinzioni e attacchino, non spero che se sollevi la Cisgiordania e vada a rompe er culo ai coloni, io chiedo solo il cessate er fuoco. Ma mica solo la guerra, ormai la “moderazione” vale in ogni campo. Ciavemo er governo più a destra de sempre, il centro libberale che fa la ola, e tocca esse moderati. Er cambiamento climatico lo devi contrattà con quelli che ner Cambriano c’era più CO2 de oggi! Le discussioni sui femminicidi devono trovà un punto comune co’ quelli che discutono su come se deve comportà la sorella della vittima e l’accusano de satanismo. Quelle sull’immigrazione co’ chi pensa che deportà la gente in Albania, tutto sommato, non è una cattiva idea.  Ecco, care concittadine e cari concittadini, vojo dirvi che per il 2024 il mio contributo alla moderazione è che, se la pensate così, ve ne potete annà moderatamente affanculo. Però oh, me raccomando, fatelo co’ moderazione, non me deludete.

SDS#114 – Next Stop Parlamento

Sta settimana, a parte il nuovo servizio de fermata a richiesta introdotto dalle Ferrovie per i rappresentanti der Governo, non è successo niente de nuovo. Dice che però era na fermata dove potevano scende tutti i cittadini. A sto punto me sentirei de lancià un suggerimento a Gualtieri (è sempre Gualtieri er sindaco, sì? È ancora vivo? Non è stato rapito?), un suggerimento per una nuova linea metro: famo la metro D. La D sta per Metro Dellamicinostri. Er tracciato della linea è facile basta prende come fermate metro le case dei ministri: next stop La Russa, uscita lato destro, next stop La Russa, uscita lato vabbè tanto so’ tutte uscite lato destro, er lato sinistro l’avemo murato in caso a quarcuno je venisse quarche strana idea. Fermata Gasparri: pe’ uscì infilate la carota nell’apposita fessura. Se Gasparri non fosse presente conservate la carota pe’ la fermata successiva. Fermata successiva Calenda, se non avete più la carota provate cor cetriolo, dite che je lo manda Matteo Renzi.Fermata Circo Massimo: me dispiace ve tocca scende che mo purtroppo inizia in sciopero. I ministri e i passeggeri sedicenti liberali so’ avvisati che risalendo in superficie potrebbero trovà dei pericolosissimi manifestanti che protestano contro la violenza sulle donne. Per scusacce der disagio ecco na serie de accuse già pronte con cui evità de partecipà alla manifestazione: so’ sataniste, filo-hamas, anticapitaliste, femmine. Potete pure riciclà una delle ennemila scuse con cui non avete partecipato alle ennemila manifestazioni precedenti. Tranquilli che comunque lo sciopero durerà poco che Salvini ha precettato pure questo. Ormai non fai in tempo a di’ sciopero che lui te precetta. Più veloce de lui c’è giusto Crosetto che denuncia attacchi de magistrati che ancora nun ce so’ stati. Per il resto la vita procede tranquilla, degli strani figuri politici che la cosa meno preoccupante che c’hanno in testa so’ i cappelli a cazzo stanno spopolando un po’ dappertutto ner mondo, ma purtroppo quella cosa fermate er monno vojo scenne non era vera. Me dispiace ma non puoi scende; e, come diceva Murphy, non puoi vince, non puoi pareggià e non puoi manco abbandonà. Me sa che pure la metro prima che la finiscono fai in tempo a pià la pensione. No aspè, me sa che fanno prima a finì la metro che tu a annà in pensione. La prossima riforma pare che puoi annà in pensione prima dei settant’anni solo se c’hai più de sessant’anni de contributi. Difficile ma non impossibile. Io direi che è ora che se damo na svejata perché mo come mo l’unica cosa che c’è rimasta è attaccasse ar tram.

SDS#113 – SORPASSO A DESTRA

Giorgia Meloni è nera. Cioè più der solito e diversamente dar solito, stavorta è nera incazzata a bestia che a forza de dové giocà la parte della democratica la stanno a superà a destra i fascisti de mezzo mondo. Quindi ha chiamato a raccolta i suoi: regà, ce serve un acquazzone de cervelli (detto così sennò Rampelli non capisce), ‘na buriana come non s’è mai vista prima, stamo a fa la figura dei meno fasci d’europa se dovemo inventà quarcosa ar più presto. Mo capisco che non è facile qua ce sta gente che organizza i genocidi in diretta tv, vero pure che c’hanno altri mezzi a disposizione rispetto a noi, ma possibile che noi la cosa più fascista che c’è venuta in mente è na mostra su Tolkien? Su, così se famo ride dietro! A quer punto è partito er fantascismo. Potremmo fa l’elezione diretta der Du… der Du… der Duraturo Presidente der Consijo! Giusto! Un Presidente è pe’ sempre. Me piace ma ce vò tempo, c’è quella rottura de cojoni della Costituzione, quarcosa da fa subbito!Ce l’ho! L’Albania! Spezzeremo le re… Spezzeremo le re… Spezzeremo le regole internazionali e deporteremo i migranti in Arbania. Me piace, ma la potemo chiamà deportazione? Be’, pe’ deportalli, tecnicamente, li dovemo prima fa entrà in Italia. Cor cazzo! Se entrano poi non escono più, chiamamola portazione dei migranti! Ma li portamo da dove? questi arrivano qua, e appena mettono er piede sur suolo ita— Ce mettemo un tappetino sotto ai piedi! Se metti er piede sur tappetino non hai calpestato er sacro suolo italico!Aggiudicato! Quanto ce costano ducentomila tappetini? Se pònno riciclà? Vabbè questo come annuncio già vabbene ma ce vorrà tempo, dovemo tirà sur prezzo coll’arbanesi, e poi non è manco un’idea originale nostra, se capisce che l’avemo copiata alla perfida… perfida… perfida Suella! Vabbè che finaccia che ha fatto ma non se potemo inventà una cosa de solidarietà? Me state un’antra vorta a cambià discorso, a me me serve una cosa da fa adesso che possiamo lancià a 360 gradi terracqui perché noi siamo l’Italia e ne siamo consapevoli.Famo una stretta sulle manifestazioni? Un’antra? Avemo fatto la cosa sui rave, la cosa sur decoro, e poi già manganellamo la qualunque; oddio a falla famola che ce sta sempre bene ma me sembra più una cosa de contorno, a me qua me serve la ciccia.Ideona: famo er divieto della carne sintetica! Francé ma se manco c’è! Però potrebbe, senti che cosa gajarda: noi non ce fermamo ar presente, noi combattemo pure er futuro, non solo quello che esiste ma pure quello che non esiste! Nun è geniale? Questa è fantasia ar potere!Sentite, fateje sta legge sulla carne sintetica sennò non se lo scollamo più, ma ner frattempo mettetece pure ‘na cosa che le donne devono partorì in carcere e rimanecce pure coi fiji piccoli; e spiegatelo che è ‘na roba contro i rom che sennò qua a forza de fantasia se scordamo i fondamentali.

SDS#94 – I MASERABILI

Forse non è il più grave (sotto diversi aspetti), ma quello della Maserati in prestito ai Carabinieri è forse il più emblematico dei vari episodi della settimana. Certo la Maserati ministeriale non si staglia nel tenue bagliore rossastro di un’insegna dell’Alabama come la 73 Bora di Bobby Western nell’ultimo romanzo di McCarthy, ma più prosaicamente contro un banale cartello di divieto di sosta del Comune di Milano. Non ha quella stolida immobilità dello sguardo del Ministro Sangiuliano mentre realizza di aver appena affermato davanti alle telecamere di non aver letto nessuno dei libri per cui ha appena votato come giurato del premio Strega; né la sfacciata sincerità di uno Sgarbi che, improvvisando un memoriale sulla prostata e i suoi record di scopate ricorda, in un attimo di rara lucidità che il ruolo per il quale è ingaggiato, con un certo successo da quarant’anni a questa parte, è quello di personaggio; neanche mostra la scaltra e finta ingenuità di un La Russa che, nell’esprimere piena fiducia nella magistratura, si premura d’anticipare l’esito di indagini e processo e n’approfitta per lanciare sottintese accuse alla dubbia moralità della vittima; ricorda forse di più la follia compulsiva dei passeggeri della Crociera extralusso 7NC con cui è costretto a interagire D. F. Wallace e che spinge Mona a inventarsi una finta data di compleanno per aver un surplus d’attenzione fatto di bandierine e un pallone a forma di cuore. Mona che, quando poi lui osserva che in realtà il vero compleanno di lei coincide quello di Benito Mussolini (tra gli sguardi di morte della nonna), si dimostra invece tutta eccitata per la coincidenza, avendo confuso, a quanto pare, Mussolini con Maserati. (E viene facile da pensare che oggi quella stessa identica reazione di vaga frenesia così come manifestata da Mona l’avrebbero molti rappresentati del governo in carica se solo il fraintendimento avvenisse a termini invertiti). La Maserati diventa così, come sulla 7NC, lusso pret-a-porter di un tour d’ostentazione coatta, rigorosamente a nolo ma pagato coi soldi dell’azienda già in difficoltà, messo a disposizione di uno Stato il cui compito è certificarne soltanto la status di potente maserabile. Un potere che è sempre più concentrato sull’auto-celebrazione del proprio status, così centrato sul proprio bisogno di sentirsi leccare il culo che, di fronte alle difficoltà materiali di una realtà che suggerisce tutt’altro, è perfino disposto a fornire personalmente la saliva per l’operazione.