SDS#133 – CIRCO DELMASTRUM

Sta settimana c’è stata pure la polemichetta se i fascisti se pònno menà o pure no; polemichetta che il governo ha cercato subito de spegne spiegandoce che so’ in grado de menasse da soli. De mezzo c’è sempre Delmastro, che ricordamolo è sottogretario alla Giustizia e alla Linea Comica della Governo. Aveva esordito subito cor siparietto co’ Donzelli dei coinquilini cojoni che se scambiano informazioni compromettenti, un po’ tipo Friends all’amatriciana.Poi è stata la vorta dello spaghetti western a mezzanotte, co’ Pozzolo protagonista e er nostro che stavolta se limitava ar personaggio che non sapeva un cazzo, non c’era e se c’era dormiva o ar massimo annava a buttà la monnezza. Dopo sti ruoli da spalla finarmente è protagonista in un nuovo poliziottesco in salsa Biellese: quelli della scorta che lo reggono mentre vole pistà de botte er candidato sindaco der partito suo; o armeno così dicono le recensioni dei giornali (le trovate alla pagina cinema). Vedi qua un antro po’ e noi non servimo a un cazzo: se non ce fosse la devastazione dovunque te giri sarebbe da sedesse ar bar a fasse l’aperitivo brindando ar momento in cui inizieranno a piasse a pizze in faccia da soli, risolvendo ogni dubbio amletico ar riguardo. Delmastro pare che s’è incazzato perché sto candidato sindaco ha fatto na cosa scandalosa: na nomina politica. Mo dopo le minipistole, i costumi da Minnie, i capiscorta co’ nomi che manco nella seria su Escobar, ma che davero mo ve volete mette pure a fa politica? Ma io dico cioè tu nomini un revisore dei conti de una banca locale der biellese e non dici niente a Delmastro? Cioè e la catena de comando? Ma mo metti caso che viene fuori che questo, putacaso, è na persona onesta o non è parente de nessuno, chi se la pia la responsabilità? Ma poi a parte er profilo è l’insubordinazione, qua me se scardina la gerarchia, qua rischiano de annà in fumo ottant’anni de duro lavoro de idealizzazione dei gerarchi, no cioè, volevo di’ gerarchia. La gerarchia è in pericolo, l’idealizzazione dei gerarchi procede alla grande. E quale sarà er prossimo episodio: un duello all’arma bianca tra du assessori co Delmastro che fa da giudice? Er deputato X che fa le sfiammate dar sedere co’ Delmastro che regge l’accendino? Fitto che fa lapdance alla Montaruli co’ Delmastro che fa il palo? Non quel palo! Ormai è un circo, la situazione ormai è tarmente grave (ma seria mai), che perfino Renzi è intervenuto pe’ di’ a Delmastro de fa meno er pajaccio. Delmastro a quer punto l’ha querelato, così pe’ scambiasse i ruoli dei personaggi e creà un antro po’ de confusione. Poi, sempre pe’ restà in tema circo, quelli de Fdi j’hanno mannato (a Matteo) un dromedario a na presentazione der libro suo. Mo non so Renzi ha querelato er dromedario. Sarebbe un peccato, perché fra tutti me pare l’unico personaggio dignitoso.

SDS#120 – INIZIO COR BOTTO

Nella piccola sala della proloco de una ridente (fino a quer momento) cittadina de provincia biellese, quarcuno ha sparato a quarcun altro durante er veglione de Capodanno. Nella prima versione, mentre Delmastro annava in macchina a appizzasse l’avanzi della cena equamente divisi tra tutti non sia mai domani scoppia la carestia, Pozzolo dice cha la pistola è la sua ma non ha sparato lui, ma non pare manco che ha sparato un altro. Nella seconda versione, mentre Delmastro annava a buttà la monnezza come ogni sottosegretario che se rispetti dopo er cenone de Capodanno, la pistoletta cadeva spontaneamente dalla giacca der deputato Pozzolo, e sempre spontaneamente sparava. Nella terza versione lo sparato, disteso sur tavolo tipo passione de Cristo, esprimeva coll’ultime forze un pensiero de preoccupazione per il poro Delmastro, che proprio in quer momento rientrava dopo avé finito de pulì i cessi della proloco, ma co’ regolare contratto a chiamata. Nella quarta versione Pozzolo, braccato da agenti segreti iraniani che lo vojono morto, riesce a rifugiasse nei locali della proloco e durante li scontri parte un colpo, proprio mentre Delmastro torna in bici da na consegna de sushi fatta come rider.Nella quinta versione lo sparato se sarebbe sparato da solo, dopo avé fatto cadè telepaticamente er pistolotto dalla giacca de Pozzolo mentre Delmastro rientra dopo er turno serale de dog-sitter co’ tutti i cani dei partecipanti, armeno quelli non armati volontariamente (pare). Nella sesta versione uno se chiede se è normale che la proloco de un comune er cui sindaco è la sorella der sottosegretario fa’ una festa de capodanno dove ce stanno solo deputati, politici, agenti della scorta e familiari, ma de questo non je frega niente a nessuno.  Nella settima versione ha sparato Pozzolo ma er ragazzo teneva in mano un estintore.Nell’ottava invece entra in scena un personaggio misterioso che ha sparato ar posto de Pozzolo ma nun l’ha riconosciuto nessuno, manco Pozzolo che forse era leggermente brillo. Nella nona versione uno spettro s’aggira pe’ l’Europa e nello specifico pei locali della Proloco de Rosazza, ruba la pistoluccia a Pozzolo, moderatamente brillo, e spara all’impazzata terorizzando tutti tranne Delmastro che sta che sta nell’altra stanza a sodomizzà bambole gonfiabili a forma de anarchico. Nella decima versione va via la corente ar momento dello sparo e quanno torna la luce c’è sto ragazzo ferito, Pozzolo pesantemente brillo e tutti pensano a na versione live de invito a cena con delitto, tranne Delmastro che era uscito a sistemà er guasto ar quadro elettrico. Nell’undicesima versione non va via la corente ma tutti vengono corti da un’attacco de cecità momentaneo tipo libro de Saramago, tranne Delmastro che esce lo stesso a controllà er quadro elettrico perché oh, stamo all’undicesima versione pure le cazzate a na certa finiscono. Nella dodicesima versione Pozzolo è mbriaco come na zucchina e tira fori er pistolino davanti a tutti che je dicono daje su, arinfilalo nei pantaloni ma quello urla che non hanno letto Checov e ormai è troppo tardi. Nella tredicesima er ragazzo portava na minigonna troppo corta e soprattutto non antiproiettile. Pe’ mo se fermamo qua e, in attesa delle prossime, registramo solo la quattordicesima versione: quella in cui in una sala de venti metriquadri ce stanno trenta testimoni e dopo ‘na settimana ancora non avemo capito che cazzo è successo.